In occasione delle Giornate della Filosofia organizzate dal Comune di Terni l’Istituto Gianni Vattimo ha proposto, il 26 settembre 2024, una riflessione riguardo la correlazione tra filosofie postumaniste e transumaniste e il pensiero vattimiano. Attraverso il dialogo tra Lucrezia Romussi, il presidente dell’ente di Ricerca e il Prof. Luigi Antonio Manfreda, associato di teoretica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sono emersi punti, forse, interessanti che ampliano la prospettiva teorica d’interpretazione della riflessione di Vattimo.
A partire da Il soggetto e la maschera Gianni Vattimo fin dai primi anni del ’70 traduce il termine nietzschiano di ubermensch nella parola italiana oltre-uomo. Il filosofo recentemente scomparso sostituisce al concetto di “super” (il quale identifica qualcosa che travalica qualcos’altro) quello di “oltre” (vale a dire un qualcosa che interiorizza il passato ma lo supera andando, appunto, oltre). L’uomo-oltre-l’uomo è capace di resistere alla trasvalutazione dei valori e all’eterno ritorno, divenendo anche in grado di proporre una nuova interpretazione del mondo, scevra da qualsiasi concezione metafisicamente dogmatica, e dunque, finalmente libera e personale. Siccome il post- umanesimo è un neologismo che indica la trasformazione mentale e fisica dell’individuo, concependo, quindi, l’essere umano quale ibrido tra umano e non umano, la nozione di oltre uomo di Vattimo potrebbe prestarsi a collegamenti con questo nuovo settore filosofico. Nella prospettiva post umanista la trasformazione delle persone dipende soprattutto dal progresso scientifico e tecnologico; il post-umanesimo si propone di contribuire a costruire un paradigma non antropocentrico.
Il post-umanesimo, in questo senso, sembra operare una sorta di kenosis dell’umano a favore di un approccio relazione con tutto ciò che non è specificatamente proprio all’uomo. L’oltre-uomo di Vattimo cerca di liberarsi dall’illusione della metafisica, definendo in maniera permanente la morte di Dio, l’oltre-uomo consapevole del proprio passato, cerca di oltrepassare ciò che è stato per diventare un individuo maggiormente consapevole e autonomo. In questo modo è possibile rintracciare un filo conduttore tra la filosofia dell’oltre- uomo e quella del post umanesimo: entrambe propongono un’istanza di progresso, insomma tutte e due cercano di sradicare l’essere umano dalla propria illusoria zona di confort per giungere a una maggiore capacità di critica di sé e del mondo circostanze.
Durante l’incontro di Terni rintracciando il legame evidente tra filosofie post umaniste e il pensiero di Vattimo, si è anche affrontato il tema dell’interiorità attraverso il libro del Prof. Luigi Antonio Manfreda: L’intimo e l’estraneo, scrittura e composizione del sé (Quolibet 2021) si è provato a tratteggiare un’idea di soggettività “oltre-umana” su cui c’è ancora molto da riflettere.