Il 19 settembre 2024 l’Istituto Gianni Vattimo ha ricordato il primo anno dalla dipartita terrena di Gianni. È stato sicuramente un giorno malinconico e triste per tutti i membri del Centro di Ricerca, ma ciononostante abbiamo cercato di rammemorare il filosofo di cui orgogliosamente il nostro istituto porta il nome con una debole allegria. In collaborazione con l’Accademia Vivarium Novum presso Villa Falconieri a Frascati si è tenuta una tavola rotonda nella quale si è tentato di ricordare il pensiero vattimiano, analizzando Gianni come persona e come pensatore. Tra gli amici, ex allievi e docenti esperti in materia che hanno partecipato in qualità di pubblico e relatori ci sono il Prof. Antonio Luigi Manfreda, Prof. Alessandro Stavru, Prof.ssa Flavia Silli e il Prof. Stefen Sorgner. Dopo un videomessaggio con i saluti istituzionali dell’ On. Anna Ascani, la vicepresidente della Camera dei Deputati, i lavori sono iniziati.
Dal dialogo, grazie agli interventi magistrali dei partecipanti, è emersa la grande attualità del pensiero vattimiano: in un mondo come quello contemporaneo in cui, purtroppo, pullulano guerre, omicidi e accanimenti violenti al livello verbale e fisico diventa indispensabile considerare l’altro attraverso il concetto della pietas. La verità concordata di Vattimo diventa, quindi, uno strumento di ascolto e di accoglienza del prossimo, non esiste qualcosa di giusto a priori: i principi non sono assoluti ma armonizzabili, un dialogo paritetico e democratico potrebbe far emergere una nuova prospettiva di osservare il mondo, forse più attuale e, sicuramente, meno impositiva.
Altro elemento di discussione che è emerso a partire dall’incontro a Frascati è stato il significato della concetualizzazione di pensiero debole in Vattimo. Dall’ipotesi emersa durante il convegno, la parola debole potrebbe indurre a interpretazioni non corrette riguardo la vera accezione da assegnare alla filosofia vattimiana. Il lemma debole, infatti, non sta ad indicare una completa accettazione degli accadimenti del reale, abbandonandosi quasi a una forma indiretta di relativismo secondo la quale ogni evento è uguale a un altro. Al contrario, Vattimo, secondo un’analisi più precisa intende la debolezza del pensiero come forma di tolleranza nei confronti del prossimo e del mondo, in generale: essere deboli significa interpretare ermeneuticamente il reale senza avere la pretesa di possedere una verità assoluta e universalmente valida. Ovviamente per affrontare argomenti così complessi non sono sufficienti poche righe e nemmeno alcune ore di dialogo, tuttavia, l’Istituto Gianni Vattimo in occasione del convegno di Frascati ha iniziato un percorso di ricerca che sicuramente proseguirà: Gianni sicuramente continuerà a rivelarsi una fonte inesauribile di intuizioni filosofiche.