Filosofi, cultori della materia, intellettuali e pensatori, nel corso della storia, spesso si sono domandati il senso ultimo della filosofia. Ognuno a un quesito così importante e criptico ha proposto una personale risposta. Schopenhauer ha sostenuto che la filosofia serve a svelare “il velo di Maya” per riscoprire una verità effettiva e non apparente, Epicuro credeva, invece, che l’amore per il sapere è utile al fine di conoscere il piacere, significato ultimo dell’esistenza umana, e ancora Platone diceva che attraverso la philosophía è possibile volare nell’iperuranio oltrepassando la dòxa, verso l’epistème. Idee e concetti diversi ma accomunati da un unico pensiero aggregante, la filosofia è impiegata per qualcosa, la filosofia è una materia con fini specifici, la filosofia, insomma, è diretta a un cambiamento.
Il cambiamento, come processo comune a tutti i pensatori
È necessario, dunque, concentrare l’attenzione verso tale minimo comune denominatore, che sembra riunire ogni teoria filosofica. L’ amore per la sapienza, propone un’istanza finalistica, questa propensione, inevitabilmente, conduce a un’alterazione. Si muta da una condizione in cui gli obbiettivi non sono ancora realizzati a una situazione nella quale si giunge a una concretizzazione di essi attraverso il buon uso della filosofia. Si verifica, quindi, un cambiamento, nella maggior parte dei casi radicale, che conduce da uno stato da trasformare a uno status trasformato.
La natura del cambiamento
Premesso ciò, è bene ora indagare più approfonditamente la natura del cambiamento promosso dalla filosofia. Una metamorfosi, innanzitutto, non prevede necessariamente un progresso o un miglioramento bensì una semplice modificazione della realtà personale o interindividuale. La trasformazione inizia a livello interiore, poiché come la maggior parte dei filosofi occidentali e orientali sostiene, la variazione se non inizia da una mozione intraindividuale rimane fittizia e non veramente efficace. Solo, in seconda istanza, invece, è possibile procedere a un cambiamento esteriore che ha ricadute in ambito sociale.
Un pericolo e un vantaggio
Una caratteristica così specifica della filosofia, ovvero la stimolazione alla mutazione, può rappresentare, per filosofi e aspiranti tali, talvolta un pericolo. Infatti, come suddetto, non sempre la variazione indica un’evoluzione, essa è possibile che rappresenti anche un regresso. È doveroso, quindi, “maneggiare la filosofia” con cura e cautela, consapevoli delle immense possibilità che è capace di offrire ma tenendo, altresì, presente i possibili pericoli a cui si può incorrere attraverso un suo uso scorretto.